L’accesso dei paesi ex-comunisti all’Unione Europea non è una storia di integrazione e di convergenza, ma di sfruttamento e avidità, che ne hanno generato l’impoverimento.
Gli Stati-nazione sono l’unica istituzione dotata di legittimità e responsabilità democratica. Nell’impossibilità di evolvere in uno stato-nazione, l’Ue deve arretrare restituendo poteri e competenze a livello nazionale.
Come la storia insegna, la mancanza di ristoro economico per le classi produttive che tendono a indebitarsi è la normale causa di collasso delle società. Così la Ue con la sua politica deflazionistica si condanna alla sua stessa fine.
Una nazione che detenga il suo debito in moneta sovrana non può per definizione fare default, se non in maniera controllata e per propria scelta. L’esempio della crisi russa del 1998 lo conferma.