Dal sito Zerohedge un breve, pungente commento sul discorso del 9 maggio 2016 tenuto dal primo ministro inglese David Cameron al British Museum di Londra. Così come in Italia, Tyler Durden sottolinea che anche in Uk l’argomento principale per convincere gli inglesi a votare contro la Brexit sembra essere la paura. Se in Italia si agitano gli spettri dell’inflazione, dei tassi di interesse che schizzano e del bank run, in Uk David Cameron ricorda le minacce legate alla crisi degli emigranti, all’aggressività della Russia, allo Stato islamico, fino a sollevare dubbi sulla stabilità stessa della pace in Europa.
di Tyler Durden, 9 maggio 2016
Proprio come il governo ha già fatto nell’avvicinarsi al referendum scozzese del 2014, sembra che David Cameron stia intensificando il cosiddetto “Progetto paura”.
In una sorprendente dichiarazione volta alla pura e semplice “creazione di timore”, che chiaramente riflette il panico dell’establishment di fronte alla crescita nei sondaggi del fronte favorevole alla Brexit, il Telegraph riporta che il primo ministro del Regno Unito David Cameron ha avvertito che la Gran Bretagna pagherà un costo elevato se “volta le spalle” alla UE, invocando Sir Winston Churchill e portando le battaglie di Trafalgar, Blenheim, Waterloo e le due guerre mondiali come prova che la Gran Bretagna non può fingere di essere “immune da conseguenze.”
Come riporta il Daily Mirror, David Cameron ha chiesto che la Gran Bretagna resti nella UE, per aiutare a impedire che il continente sia lacerato da un altro conflitto.
Oggi David Cameron ha sottolineato il ruolo del Regno Unito nel mantenere la pace in Europa, confermando la strada tracciata dalla campagna referendaria – appena poche ore prima di un discorso del rivale, il deputato Tory Boris Johnson.
Parlando al British Museum di Londra, introdotto dall’ex segretario agli Esteri del Labour, David Miliband, Cameron ha detto: “Possiamo essere così sicuri che la pace e la stabilità nel nostro continente siano assicurate senza alcuna ombra di dubbio? È un rischio che vale la pena di correre? Non sarei così imprudente da darlo per scontato”.
David Cameron ha anche evocato l’immagine delle file di tombe di soldati britannici caduti nel continente.
Ha fatto inoltre riferimento al ruolo della Gran Bretagna in “momenti cruciali della storia europea: Blenheim, Trafalgar, Waterloo, l’eroismo del nostro paese nella Grande Guerra e, soprattutto, la nostra resistenza da soli nel 1940”.
Ha poi aggiunto: “Quello che accade intorno a noi è importante per la Gran Bretagna. Questo era vero nel 1914, nel 1940, nel 1989… ed è vero nel 2016”.
E ha ricordato come Winston Churchill “ha sostenuto con passione l’unità dell’Europa occidentale, per promuovere il libero scambio e creare istituzioni durature, che impedissero al nostro continente di dover rivedere mai più simili spargimenti di sangue”.
Il primo ministro ha aggiunto che restano molti rischi per la stabilità – da una “Russia recentemente aggressiva” al cosiddetto Stato islamico alla crisi degli emigranti.
Qualche ora dopo, è stato attaccato da Johnson, che sostiene la Brexit, e che ha detto:
“Bisognerebbe pensarci molto bene prima di lanciare questo tipo di avvertimenti. No, non credo la Gran Bretagna lasciando l’UE provocherebbe l’esplodere della Terza Guerra Mondiale nel continente europeo”.
Ma, infine, quello che ragionevolmente toglie forza alla retorica fatta per mettere paura del premier, è che il governo non ha preparato alcun piano per affrontare la Brexit – benché David Cameron sostenga che potrebbe scatenare la guerra: il portavoce di David Cameron ha ammesso che il governo non ha approntato alcun piano di emergenza nel caso che il 23 giugno al referendum vinca il voto per l’uscita – e questo nonostante mettano in guardia contro il pericolo di una guerra.
Forse è questo il motivo per cui Cameron ci è andato giù così duro…